Giorno del Ricordo - 10 Febbraio 2020

Celebrato a Civitavecchia il Giorno del Ricordo per non dimenticare i tanti italiani massacrati dai partigiani comunisti di Tito solo perché erano italiani, in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia: una "pulizia" etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra o vendetta contro i fascisti.

E per non dimenticare gli oltre 350 mila profughi giuliani costretti all'esodo, a lasciare case e ogni bene per mettersi in salvo dalle violenze degli jugoslavi, fuggendo con ogni mezzo in Italia dove – non va dimenticato - furono persino malamente accolti.

In gran parte finirono infatti nei campi profughi e ci rimasero per anni.

Per mezzo secolo sulle stragi delle foibe e sull'esodo dei giuliani si è steso un pesante e colpevole silenzio squarciato solo in anni recenti (2004).

Il 10 febbraio è una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone del goriziano e del triestino, passarono alla Jugoslavia.

La commemorazione si è svolta alle ore 11 presso il Parco Martiri delle Foibe con una cerimonia presieduta dal Sindaco, Avv. Ernesto Tedesco e dal Comandante del Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito, Gen.D. Claudio Minghetti,  alla presenza di varie altre autorità civili, religiose, e militari.

Alla cerimonia hanno anche presenziato varie associazioni civili e combattentistiche e d’arma tra cui l’ ANGET con il Presidente Salvatore Russo , il Vice Presidente Carlo Antonio Giordano e il Consigliere Francesco Raucci.

Dopo l’intervento del Sindaco a ricordo degli eventi è stata deposta una corona in memoria delle vittime a cui sono seguite le note del “Silenzio”.

Ha preso poi la parola la moglie dello scomparso dottor Gionta, profugo egli stesso, che ha dato lettura di scritti dedicati a tutti i fratelli dell’Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia.